Leroy Merlin ed EFICIA rafforzano il loro impegno nella gestione sostenibile dell’acqua
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una diminuzione dei consumi energetici in Italia, soprattutto nel nord del Paese. Infatti, nel 2022 i consumi sono diminuiti dell’1% rispetto al 2021 e la domanda di energia da parte delle imprese è diminuita del 5,4%.
Tuttavia, possiamo ritenere che questa diminuzione sia attribuibile a una presa di coscienza collettiva e a profondi cambiamenti nei nostri usi o solo alla paura dell’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia sui nostri portafogli? E soprattutto, è una goccia sufficiente? Soprattutto se guardiamo a Paesi vicini come la Francia, che ha registrato un calo dei consumi energetici di quasi l’8,5% entro la fine del 2022.
Valentina Rizzoli, psicologa sociale dell’Università La Sapienza, ha dichiarato in un’intervista all’ASviS dell’11 luglio 2022:
“Si nega ancora il problema dell’ #emerganzaclimatica. Perché non agiamo? Facciamo fatica a capire quali azioni individuali siano realmente efficaci a contrastare il riscaldamento globale.”
A livello di popolazione, è difficile attribuire questi risultati a profondi cambiamenti nei nostri modelli di consumo. La ragione principale di questo calo è direttamente collegata alla crisi energetica e all’aumento senza precedenti dei prezzi di fornitura, che ha costretto molti privati e professionisti a cambiare i loro usi, creando rischi operativi per molte piccole e medie imprese.
Gli incentivi statali hanno avuto scarso effetto, anche se le politiche pubbliche volte a contenere gli effetti dell’aumento possono essere considerate un valido aiuto.
In Italia, l’attuazione del PNRR mira chiaramente ad agire sulle infrastrutture esistenti per renderle più sostenibili, ma è sufficiente?
L’evoluzione della consapevolezza è una realtà, ma è lenta e i mezzi di azione per combattere i nostri eccessi energetici sono ancora troppo poco sviluppati. Cambiare le nostre abitudini richiederà quindi l’educazione e l’impatto di ciascun individuo in questo sforzo necessariamente collettivo.
Al di là di questa consapevolezza generalizzata, siamo convinti che la modifica dei nostri usi debba passare attraverso un rafforzamento dell’innovazione e delle tecnologie che consentono un consumo migliore. Ci sono ampi margini di miglioramento e l’attuazione di regole di gestione più virtuose è un obbligo se vogliamo trasformare in modo sostenibile il nostro approccio alla sfida del secolo.
L’implementazione di tecnologie e servizi che consentano agli edifici di essere più efficienti dal punto di vista energetico è una delle chiavi. Le risposte si trovano già in parte nell’ecosistema di aziende innovative che lavorano quotidianamente per trasformare mentalità e abitudini, in particolare attraverso l’implementazione di strumenti spesso poco costosi e non invasivi.
Lo Stato dovrebbe partecipare a questa democratizzazione e partecipare ancora di più alla promozione delle soluzioni esistenti che hanno dimostrato la loro validità nel raggiungere i nostri obiettivi di sobrietà.